(english version below)
Famiglia di Natalia Ginzburg contiene due novelle sulla vita della borghesia romana nella seconda metà del secolo scorso. La prima, Famiglia, segue un improbabile gruppo di amici, incentrato su due ex amanti che hanno capito di potersi offrire di più come amici. La storia inizia con una gita al cinema, una alcuni bambini accompagnano Carmine e Ivana il lettore deve ancora imparare chi è chi, come sono imparentate. Quello che segue sono viaggi nel passato, salti nel tempo per raccontare storie di crepacuore e tragedia, passione e risate, matrimonio e famiglia. Ma soprattutto vediamo un gruppo di persone, irrequiete e insoddisfatte di fronte alle aspettative borghesi, prima di finire di nuovo da dove abbiamo iniziato: al cinema.
Borghesia è la storia di una famiglia estesa che vive insieme in un condominio e il filo che lega gli intervalli di tempo è una successione di gatti. Ancora una volta, il lettore viene trasportato nel trambusto dell'appartamento di questa famiglia italiana senza molti punti di orientamento. Lentamente, attorno alle apparizioni e sparizioni dei gatti, incontriamo le persone e le loro relazioni e scopriamo le piccole tragedie che interrompono la vita dei personaggi.
Come in molti dei suoi altri romanzi e racconti, Ginzburg si occupa della solitudine della vita moderna, dei cambiamenti nelle dinamiche familiari nel secolo scorso e del conflitto tra il desiderio del calore di una famiglia e il desiderio di liberarsi dalle aspettative della società. In entrambe le storie, la "famiglia" include persone non legate dal sangue o dal matrimonio e queste relazioni rappresentano come possiamo trovare le proprie comunità, ma anche come l'unità familiare tradizionale si dissolve e ci delude. Natalia Ginzburg critica la famiglia borghese, per la quale le apparenze spesso contano più delle emozioni. Mentre entrambe le storie sono disperse con piccoli barlumi di speranza e gioia, l'atmosfera opprimente è di rassegnazione e insoddisfazione. Ciò che accade nella vita dei personaggi, nel bene e nel male, non sembra essere determinato dal loro libero arbitrio. Piuttosto che prendere decisioni, la vita sembra imporre loro situazioni e sentimenti, lasciando il libro pieno di un'ottusa sensazione di passività o stagnazione.
Ciò è supportato dalla prosa tipicamente scarsa e descrittiva della Ginzburg. Il suo linguaggio disadorno riflette le vite blande dei suoi personaggi e l’autrice non si tuffa in profondità nelle interpretazioni psicologiche dei suoi protagonisti, lasciando che le scene parlino da sole. La frammentarietà di Famiglia e Borghesia accresce ulteriormente l'impressione che quelle vite borghesi siano banali, quasi prive di significato. Tutto ciò fa delle novelle due studi sociali brillantemente eseguiti, affascinanti anche se non necessariamente “piacevoli” da leggere.
Natalia Ginzburg’s Famiglia contains two novellas about the life of the Roman middle-class during the second half of the last century. Family follows a colourful group of friends, centred around two former lovers who realised they can offer each other more as friends. The story begins with a trip to the cinema, a couple of kids accompany Carmine and Ivana. The reader is yet to learn who is who, how they are related. What follows are trips to the past, jumps in time to tell stories of heart-break and tragedy, passion and laughter, marriage and family. But mostly we see a group of people, restless and dissatisfied in the face of bourgeois expectations, before we end again where we started: at the cinema.
Borghesia is the story of an extended family who lives together in one apartment building and the thread that ties the time lapses together is a string of cats. Again, the reader is transported amidst the hustle and bustle of this Italian family’s apartment without many point of orientation. Slowly, around the appearances and disappearances of cats, we get to know the people and their relations and learn again about the small tragedies that interrupt the characters’ lives.
As in many of her other novels and short stories, Ginzburg is concerned with the loneliness modern life, the changes in family dynamics over the past century and the conflict between desiring the warmth of a loving family and wanting to free oneself of societal expectations. In both stories, “family” includes people not related by blood or marriage and these relation represent how we can find our own communities to have our needs met, but also how the traditional family unit dissolves and disappoints. Natalia Ginzburg criticises the bourgeois family, for which appearances often matter more than emotions. While both stories are dispersed with small glimmers of hope and joy, the overwhelming atmosphere they create is one of resignation, constraint and dissatisfaction. What happens in the characters’ lives – the good as well as the bad – does not seem to be determined by their free will. Rather of making decisions, life appears to impose situations and feeling on them, leaving the book full of a dulling feeling of passivity or stagnation.
This is supported by Ginzburg’s characteristically sparse and descriptive prose. Her unadorned language reflects the bland lives of her characters and she does not dive deep into psychological interpretations of her protagonists, letting the scenes speak for themselves. The fragmentary nature of Family and Borghesia further increases the impression that those bourgeoise lives are trivial, almost meaningless. All this makes the novellas two brilliantly executed social studies, fascinating though not necessarily “pleasant” to read.
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